“C’è il senso di una pienezza ed intensità nella formazione delle immagini di Paolo Dell’Elce, c’è un bisogno espressivo di significati dove ha voce il silenzio che continua anche dopo l’ultimo segno, dopo l’ultima luce, l’ultimo albero grigio.

Il soggetto innocente sente lo sguardo su di sé, si presta alla messa in scena, entra nel tessuto del linguaggio, diventa costruzione visiva, luogo dell’evocazione, suono ed eco di una tensione interiore vivificata, che appartiene alla ragione stessa della sua vita, per dare durata all’indicibile, all’evento poetico che investe la sua coscienza portando la tensione verso la totalità.”

Mario Giacomelli

domenica 8 maggio 2011

Diario argentino (5)





































Quei bambini alla periferia di La Plata, giocavano sulla strada. Hanno visto che avevo una macchina fotografica e si sono avvicinati con curiosità ed io gli chiesto se volevano farsi fotografare e loro si sono abbracciati stretti stretti come fanno i bambini quando si mettono in posa, tanti occhi un unico corpo che mi guardava fisso.

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