“C’è il senso di una pienezza ed intensità nella formazione delle immagini di Paolo Dell’Elce, c’è un bisogno espressivo di significati dove ha voce il silenzio che continua anche dopo l’ultimo segno, dopo l’ultima luce, l’ultimo albero grigio.

Il soggetto innocente sente lo sguardo su di sé, si presta alla messa in scena, entra nel tessuto del linguaggio, diventa costruzione visiva, luogo dell’evocazione, suono ed eco di una tensione interiore vivificata, che appartiene alla ragione stessa della sua vita, per dare durata all’indicibile, all’evento poetico che investe la sua coscienza portando la tensione verso la totalità.”

Mario Giacomelli

lunedì 16 maggio 2011

Montagne di sale


























Le montagne di sale sono state un motivo ricorrente del mio paesaggio originario, assieme alle montagne di terra rossa, la bauxite. Ricordo che si ergevano maestose nel piazzale del porto canale. Da bambino andavo con mio nonno a contemplarle. Le vedevamo crescere un po' alla volta...e poi scomparire da un giorno all'altro.  Il sale seccava l'aria tutto intorno e, raccontava un signore che vi ha lavorato per trent'anni, pure i polmoni...

2 commenti:

  1. beh...si parla di quasi cinquant'anni fa...comunque credo che ancora oggi ogni tanto scaricano il sale...anche se negli ultimi dieci anni non le ho più viste...

    RispondiElimina