“C’è il senso di una pienezza ed intensità nella formazione delle immagini di Paolo Dell’Elce, c’è un bisogno espressivo di significati dove ha voce il silenzio che continua anche dopo l’ultimo segno, dopo l’ultima luce, l’ultimo albero grigio.

Il soggetto innocente sente lo sguardo su di sé, si presta alla messa in scena, entra nel tessuto del linguaggio, diventa costruzione visiva, luogo dell’evocazione, suono ed eco di una tensione interiore vivificata, che appartiene alla ragione stessa della sua vita, per dare durata all’indicibile, all’evento poetico che investe la sua coscienza portando la tensione verso la totalità.”

Mario Giacomelli

martedì 22 marzo 2011

Licio il sarto

Licio ed io (fotografia di Giovanni Bucci)


Il signore del Tempo

Spoltore è un paese alla finestra, come tanti paesi non lontani dalla città caotica dove la vita è intesa soprattutto come “attività produttiva”. 
Spoltore se ne sta placidamente disteso sul colle e guarda. Guarda il mare, guarda la terra, guarda le montagne, guarda la vita affannarsi ai suoi piedi. 
Il suo sguardo, compie una rotazione lenta e tocca il paesaggio circostante con benevolenza; dalla città vicina salgono i rumori e le luci assieme allo smog, ma il paese sembra non risentirne. Spoltore respira una sua aria. Vive un suo tempo. Un tempo fluido che va e viene, tra presente, passato e futuro; un tempo umano. 
A Spoltore vive un vecchio signore, custode del Tempo, che si chiama Licio e fa il sarto. Licio è lo spirito del luogo, lo sguardo rammemorante che, scrutando tra le pieghe del Tempo, evoca uomini e fatti lontani. 
È notte fonda, il paese è deserto, Licio chiude la sua bottega e si appresta a tornare a casa: – Qui una volta c’era il macellaio, là il barbiere, là il calzolaio, lì c’era un sarto, e più giù c’era un salumiere… – scendiamo lungo il corso in compagnia di questi fantasmi, ed è tanta la sua forza evocativa che io riesco davvero a vedere tutte queste botteghe, chiuse da lustri, animarsi di gente che lavora, il paese di Licio, quello dei suoi anni verdi, è miracolosamente intatto, presente, ed io lo vedo.

Nel cuore di Licio ci sono strade e piazze, case e palazzi, villaggi, città intere, nomi e volti. Licio ha conosciuto il mondo e ne ha fatto il suo paese. 
Da Spoltore, piccolo paese alla finestra, Licio osserva il Tempo come se fosse una vecchia fotografia. Una vecchia foto ricordo…dove tutto quello che è stato, nei suoi occhi come nel suo cuore, meravigliosamente, continua ad essere.


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