"Chi si serve del mezzo fotografico, sia esso un artista, un reporter, un fotografo occasionale, non fa che una semplice operazione: guardare attraverso, lasciare che il proprio sguardo sia mediato da un filtro. Un filtro che fa coincidere la sua visione dell’oggetto con l’oggetto. In questo senso ogni fotografia è una verifica: sia l’artista, sia il fotografo occasionale, hanno entrambi l’esigenza di verificare, cioè di produrre qualcosa di corrispondente alla propria visione."
(Paolo Dell'Elce, da "I luoghi e le donne nella fotografia di Angela Antuono")
"Lo sguardo dell’uomo, poco a poco si va atrofizzando, la nitidezza tecnologica provoca la miopia umana; se togliamo il velo di Maya l’uomo non è più in grado di vedere, l’esperienza poetica dello Sguardo è un guardare attraverso. L’uomo non può sostenere la mera evidenza, quell’alterità dolorosa, muta, quel filo spezzato: l’alterità assoluta della Morte, la sua indifferente visibilità."
(Paolo Dell'Elce, da "Da uomo a uomo" Edizioni Dagherrotipo, 2000)
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