Attilio Gavini, Mario Giacomelli, Rita Ciprelli, Armando Di Antonio, Paolo Dell'Elce |
Quando Rita mi parlò della Stimmung, mi disse semplicemente: – È tutto quello che siamo noi –.
Cercavamo un nome da dare alla nostra casa editrice, nel primo pomeriggio, in quella stanzetta “superfotografata” (prima ancora che dalla mia macchina fotografica) dal sole... Poi, Rita mi parlò della Stimmung, secondo Heidegger, ma ogni giustificazione filosofica era sempre troppo approssimata rispetto all’entità di un’esperienza vissuta sulla propria pelle. Il destino doloroso di amare la Bellezza e condividerla. Rita non voleva essere lasciata sola, più d’ogni altra cosa temeva la solitudine, l’assenza. Il dolore di questa solitudine la spingeva nella sera ad abbandonare la sua cella di luce, ormai fredda, per gettarsi con tutto il suo peso di corpo inerte nella strada e perdersi nella folla, tra la gente e la sua ignara umanità. Questo è il lato estremo della Stimmung, la sua disperazione, la sua lotta quotidiana contro la solitudine, degli affetti, dei corpi, dello spirito e del pensiero. La Stimmung è quel destino di lotta che Rita ha incarnato fino alla fine. Bellezza e tristezza. Dolore cosmico assorbito dall’individuo sacrificale: l’Artista. Il Poeta.
È il destino di chi, un giorno, si mette in cammino lungo un sentiero di campagna rischiarato dalla luce della neve e dalle voci dei bambini. Alla volta della terra dei morti.
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