“C’è il senso di una pienezza ed intensità nella formazione delle immagini di Paolo Dell’Elce, c’è un bisogno espressivo di significati dove ha voce il silenzio che continua anche dopo l’ultimo segno, dopo l’ultima luce, l’ultimo albero grigio.

Il soggetto innocente sente lo sguardo su di sé, si presta alla messa in scena, entra nel tessuto del linguaggio, diventa costruzione visiva, luogo dell’evocazione, suono ed eco di una tensione interiore vivificata, che appartiene alla ragione stessa della sua vita, per dare durata all’indicibile, all’evento poetico che investe la sua coscienza portando la tensione verso la totalità.”

Mario Giacomelli

sabato 20 novembre 2010

Un momento etico

famiglia sulla spiaggia, 2006




Una sera in preda ad un’improvvisa e insolita ispirazione ho preso la strada del mare. Il sole era da poco tramontato e la luce era appena sufficiente per scattare ancora qualche fotografia a mano libera. Non che pensassi di fare fotografie, spesso porto con me la macchina fotografica giusto per farle prendere aria...gli amici che mi incontrano mi chiedono, sei stato a fare foto?...ed io rispondo che faccio solo prendere aria alla macchina...come spiegare altrimenti che non “si va a fare foto”...che tu non puoi prender su e uscire pensando “adesso esco e faccio dei capolavori”. Ogni fotografia è il frutto di un incontro casuale...l’esperienza di un momento in cui tutto è perfetto, aderente al vero...alla vita. Un momento etico. 
Quella sera giunto sulla spiaggia vi ho trovato qualcosa che di colpo mi ha restituito la dimensione etica dell’esistenza. La spiaggia era ormai deserta, o quasi...a quell’ora ci sono i gabbiani che arrivano dal mare a raccogliere le briciole che lasciano i bagnanti sulla sabbia, ma questa volta non c’erano...c’era però una famigliola: mamma, papà e quattro bambini...seduti composti a mangiare una pizza, in silenziosa contemplazione del mare, perfettamente inseriti nel luogo e nell’atmosfera religiosa del crepuscolo. Come l’ho visti, d’istinto ho scattato alcune foto, da dietro...ma poi ho voluto guardarli meglio...passando davanti a loro...e li ho visti immersi, con lo sguardo sereno ed estatico, nella pura presenza, etica, di se stessi.
Non avevo mai visto una scena famigliare così ordinata e serena...di solito i bambini fanno sempre un baccano infernale quando stanno sulla spiaggia. Questi erano quasi ieratici...
La scena mi ha molto colpito e commosso. Avrei voluto fotografare i loro volti...ma non me la sono sentita di spezzare quell’incantesimo...sono passato in silenzio davanti a loro, perdendoli per sempre nel lento declino della luce crepuscolare.



















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