“C’è il senso di una pienezza ed intensità nella formazione delle immagini di Paolo Dell’Elce, c’è un bisogno espressivo di significati dove ha voce il silenzio che continua anche dopo l’ultimo segno, dopo l’ultima luce, l’ultimo albero grigio.

Il soggetto innocente sente lo sguardo su di sé, si presta alla messa in scena, entra nel tessuto del linguaggio, diventa costruzione visiva, luogo dell’evocazione, suono ed eco di una tensione interiore vivificata, che appartiene alla ragione stessa della sua vita, per dare durata all’indicibile, all’evento poetico che investe la sua coscienza portando la tensione verso la totalità.”

Mario Giacomelli

venerdì 3 dicembre 2010

La domenica che torna








La domenica che torna

Da ragazzo indossavo l'abito più elegante. E il quartiere mi aspettava. La mia famiglia rumorosa seguiva le esigenze diverse dei figli. Guardavo Maria, parlavo con tanti amici, andavo a messa e rientravo contento di pranzare. Oggi non vedo più MARIA, gli amici, porca puttana, qualcuno se n'è andato per sempre, i quartieri hanno nuova gente e a ora di pranzo mi accendo una sigaretta.
I fiocchi delle pasticcerie sono insopportabili.

Adriano Lapi, da "Gli altri racconti", Edizioni Tracce, 1989









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